![]() In occasione dei 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, a Reggio Emilia abbiamo festeggiato dando vita ad una giornata dal nome “D come di tutti” che ha riempito Reggio Emilia di umanità, musica e colori. Per celebrare questo importante anniversario il Comune di Reggio Emilia, insieme al Coordinamento cittadino dei diritti umani, alla Fondazione Mondinsieme e ad oltre quaranta enti ed associazioni del territorio, ha promosso due giorni di iniziative, per raccontare l’impegno della comunità locale nel rendere concreti gli articoli della Dichiarazione. Molte persone hanno visitato la mostra interattiva “In fuga dalla Siria”, allestita a cura de Il Granello di Senapa nello spazio di aggregazione giovanile di Via Cassoli 1. Contemporaneamente in centro storico ha sfilato la camminata benefica Charity Run che ha visto la partecipazione degli Argonauti del Teatro dell’Orsa con le loro coloratissime barche, piene di parole e diritti da salvare. Nel pomeriggio, si è tenuta la Camminata festosa a tappe per i diritti che, partendo dall'ex Sinagoga di via dell’Aquila ha proseguito a tappe lungo il centro storico, fino ad arrivare in zona stazione e terminare al Binario49 di Via Turri. In una Sinagoga vuota, Istoreco ha favorito una riflessione sulle conseguenze drammatiche della sottrazione altalenante dei diritti subita dal popolo ebraico; la riflessione è stata enfatizzata dall'unico oggetto presente: un'altalena installata da Remida nello spazio vuoto in cui un tempo vi era l'altare. La camminata è proseguita per oltre 3 km e vi hanno partecipato centinaia di persone di diverse provenienze e fedi, oltre ai musicisti dell'Orchestrina Instabile di Casa Bettola, che hanno anticipato con la loro musica la lettura degli articoli in ognuna delle 12 tappe. Sono stati letti in tutto 15 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani in 15 diverse lingue, grazie e concittadini di origine straniera di madrelingua ucraina, araba, albanese, tamil, moldava, cinese, hindu, rumena e farsi. Questo è stato possibile grazie alla presenza sul sito dell'Alto Commissariato dell'ONU per i Diritti Umani, di traduzioni in 500 diverse lingue. A queste si aggiungano le traduzioni fatte in autonomia da alcuni lettori di "D come di tutti" che hanno voluto tradurre e leggere nei propri dialetti locali come asante, twi e koninakè. Il percorso si è chiuso al Binario 49 di via Turri, dove è seguita la proiezione del docufilm “Un paese di Calabria” ,alla presenza della produttrice Serena Gramizzi. "D come di tutti" ci ha una volta di più confermato che camminarsi accanto è conoscersi, che farlo condividendo una “strada madre” come quella dei diritti universali è sentirsi, reciprocamente. Rievocare la strada madre nelle vie della propria città significa, per ciascuna delle persone presenti, scegliere. Domenica 9 dicembre ci siamo riconosciuti e l’energia che ne è scaturita era tangibile, sta a noi d'ora in avanti capire come metterla a disposizione nel migliore dei modi. «Dopotutto, dove iniziano i diritti umani universali? Nei piccoli posti, vicino casa, così vicini e così piccoli da non poter essere visti in nessuna mappa del mondo. Eppure questi rappresentano il mondo di ogni singola persona; il quartiere in cui si vive, la scuola frequentata, la fabbrica, fattoria o ufficio dove si lavora. (...) A meno che questi diritti non abbiano significato in tali luoghi, hanno ben poco significato altrove.» Queste furono le parole di Eleanor Roosevelt, primo presidente della Commissione per i Diritti Umani, nel discorso tenuto alle Nazioni unite a New York il 27 marzo 1958. Queste sono le parole a cui ci siamo ispirati per dar vita a D come di tutti. Ogni essere umano nasce libero. Ogni essere umano ha diritto alla vita. È stato scritto nel 1948 e ratificato da 58 paesi, nessuno votò contro Comments are closed.
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