Per questo dal 5 al 7 ottobre 2011 si terrà a Reggio Emilia la prima Scuola di Buone Prassi europea del programma delle Città Interculturali, organizzata dal Comune di Reggio Emilia e dal Centro Interculturale Mondinsieme con il sostegno del Consiglio d’Europa. L’iniziativa ha l’obiettivo di fornire strumenti adeguati a gestire politiche di integrazione in grado di rispondere al grande necessità delle città di confrontarsi e definire risposte condivise e concrete ai bisogni del comunità locali. L’appuntamento vedrà il confronto tra realtà italiane ed europee. Saranno presentati i risultati e le prospettive del lavoro delle città sui temi di maggior interesse per le istituzioni italiane ed europee, in particolare l’apprendimento della lingua; la mediazione dei conflitti, necessaria per meglio gestire la complessità generata dalla contemporanea presenza di religioni, lingue, modalità di vita diversi; le seconde generazioni, i giovani di origine straniera che sono nati e cresciuti in Italia. Vi sarà spazio anche per il rapporto tra giornalismo e diversità, con ospiti europei e dei media locali. Alla Scuola aderiscono le Amministrazioni comunali delle città italiane di Torino, Milano, Venezia, Bari, Arezzo, Ferrara, Forlì, Ravenna, Modena, Lodi, Fermo,Savignano sul Rubicone, Campi Bisenzio, Fucecchio, Castelvetro, Corsico, Senigallia e le città europee di Lisbona (Portogallo), Losanna (Svizzera), Melitopol (Ucraina), Izhevsk (Russia) Lewisham (Gran Bretagna), Belfast (Irlanda), Gent (Belgio), Friburgo (Germania) e altre da Olanda e Svezia. Vi saranno, inoltre, numerose associazioni culturali, fondazioni, associazioni di cittadini di origine straniera e 18 esperti del Consiglio d’Europa. “La scuola di buone prassi nasce grazie alla credibilità raggiunta in sede europea dalle esperienze reggiane su questi temi” ha dettol’assessore alla Coesione e Sicurezza sociale Franco Corradini, che ha tra l’altro ricordato alcune delle principali esperienze reggiane che saranno al centro degli incontri della Scuola di buone prassi: i corsi di italiano per stranieri, le iniziative nelle istituti superiori, nelle scuole dell’obbligo e nelle scuole dell’infanzia, la creazione dell’associazione Diritto di parola, lo specifico lavoro realizzato nella zona stazione, le iniziative di educazione sanitaria dell’Ausl e i progetti con i media. “È una grande opportunità per condividere le nostre esperienze, divulgarne le buone prassi e apprenderne altre – ha aggiunto Corradini, che rappresenterà il Comune insieme alla vicesindaco Filomena De Sciscio – La prima volta di questo evento formativo proprio a Reggio Emilia non è un caso; lanceremo infatti una valutazione da parte del Consiglio d’Europa su come la città sta lavorando sul dialogo interculturale, per avere indicazioni utili a fare un salto di qualità insieme a tutti i cittadini”. L’iniziativa di Reggio Emilia testimonia di quanto i Comuni italiani siano sempre più punto di riferimento per l’Europa sui temi dell’integrazione. La “Scuola di buone prassi” è finanziata in gran parte dal Consiglio d’Europa e promossa dal network italiano delle città interculturali, del quale Reggio Emilia è capofila attraverso l’Assessorato alla Coesione e Sicurezza sociale. Il network italiano è una realtà alla quale il Consiglio d’Europa guarda con molta attenzione e ne finanzia le azioni più significative che sono da esempio per altre città europee. Inoltre, è un interlocutore riconosciuto dalle maggiori istituzioni italiane, tra le quali Governo, Regioni e Anci, con le quali è già impegnato in un lavoro sull’apprendimento della lingua italiana e sul dialogo tra cittadini di diverse etnie. I seminari sono organizzati dal Comune di Reggio e da Mondinsieme, con la collaborazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e del Centro internazionale Malaguzzi, patrocinati dalla Regione Emilia Romagna e sostenuti da Fondazione Manodori e da aziende reggiane. Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori, ha sottolineato quanto la forte iniziativa della città sui temi dell’integrazione sia il frutto di un lavoro collegiale riconosciuto a livello europeo; un riconoscimento che nei prossimi giorni farà convergere a Reggio Emilia da tutta l’Europa numerosi ospiti di alto livello. Borghi ha ricordato che i progetti per linterculturalità e l’integrazione realizzati dalla Fondazione Manodori in questi anni sono ormai una ventina.
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