![]() Oggi ricorre la Giornata Internazionale dell’istruzione istituita nel 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in onore al ruolo cruciale che l’istruzione riveste nella formazione dell'individuo, sia come diritto fondamentale della persona che come strumento strategico per lo sviluppo di società più sostenibili. Risolvere la mancanza di accesso all’istruzione per tutte e tutti rimane ancora oggi una delle sfide più impegnative ed urgenti a livello globale. L’Agenda 2030 parla chiaro: per raggiungere l’obiettivo di rendere l’educazione accessibile e di qualità sarà anzitutto necessario raggiungere traguardi socioeconomici, politici e civili quali equità, qualità ed effettiva accessibilità delle offerte formative. Uno dei pilastri fondamentali su cui si basa l'obiettivo del progetto ITA.CA è quello della cultura e dell’istruzione. L’educazione interculturale, la promozione della lingua madre e l’integrazione linguistica sono parte di quegli strumenti interculturali atti a garantire che “tutti i giovani e gran parte degli adulti abbiano un livello sufficiente di lettura, scrittura e calcolo” in lingua italiana, valorizzando le competenze di ognunə e supportando lo sviluppo delle singole autonomie. La povertà educativa riguarda anche il nostro Paese e non solo situazioni lontanissime e inimmaginabili per noi. Per combatterla, servono progetti integrati e adatti ai diversi contesti. L’istruzione è un diritto di tuttə e ha un potere immenso di trasformazione, facendo la differenza nella lotta contro la povertà e nella rivendicazione dei diritti negati. 𝑺𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 è 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝐚 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒆, 𝒅𝒆𝒗’𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕ə. 🎨 Grafica a cura di Nicole Ricchetti #ITACA #antidiscriminazione #controladiscriminazione
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![]() Cosa associamo alla parola “sport”? Abbiamo la stessa reazione quando i nostri atleti vincono o perdono delle sfide? La reazione è la medesima se hanno background migratorio? Troppo spesso le competizioni sportive e i loro esiti diventano un banco di prova sociale che lascia spazio a reazioni impulsive, dal carattere discriminatorio. Questo dovrebbe farci riflettere su come non siano ancora state prese misure atte a prevenire questa realtà razzista che serpeggia nei campi sportivi e di come siano ancora tollerati linguaggi d’odio, violenza e discriminazioni razziste. I valori intrinsechi delle pratiche e dell’educazione sportiva rimandano a un’idea di partecipazione, rispetto e collaborazione volta a potenziare le relazioni sociali in un’ottica inclusiva e solidale. Tuttavia il panorama sportivo attuale riflette la nostra realtà politica e sociale: non solo negli atteggiamenti ma anche nel codice normativo vi sono ostacoli che non permettono la piena partecipazione. Avere la cittadinanza italiana rimane ancora un impedimento alla piena realizzazione di una carriera sportiva per tutte le ragazze e i ragazzi con famiglie giunte in Italia anni fa. Che si tratti del tesseramento in una società dilettantistica o dell’accesso alle Olimpiadi, nemmeno lo Ius Soli sportivo e lo Ius Culturae sportivo sono riusciti ad estinguere i limiti nel libero accesso a queste attività. A nostro avviso quando si tratta di riconoscere e valutare la performance sportiva di unə atleta non può esistere alcun nazionalismo o alcuna discrezione. Si tratta di dare vita ai valori originari dello sport, superando ogni divisione. Si tratta di riconoscere e valorizzare talento ed impegno al di là di ogni differenza, aprendo le porte a tutte le opportunità. 𝑺𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 è 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝐚 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒆, 𝒅𝒆𝒗’𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕ə. 🎨 Grafica a cura di Nicole Ricchetti #ITACA #antidiscriminazione #controladiscriminazione #interculturalcities ![]() Oggi celebriamo il Tricolore italiano. È una giornata importante per il Paese e per la Città di Reggio Emilia. È un'occasione che ci permette non solo di commemorare la nascita del vessillo nazionale ma anche di riflettere sul suo significato e su quanto rappresenti ancora oggi per tutti noi. Nasce infatti il 7 gennaio 1797 in Sala del Tricolore a Reggio Emilia, durante il Congresso della Repubblica Cispadana, la bandiera Verde Bianca e Rossa, simbolo di indipendenza e unità nazionale nella Giustizia, nell’Uguaglianza e nella Legalità, senza i quali non possono esserci Dignità, Democrazia e Prosperità. Il nostro Tricolore, così come la nostra Costituzione, riassumono i naturali Diritti Umani. Sono fonte di ispirazione al progresso, a portare avanti un lavoro di cosciente responsabilità individuale e collettiva, a promuovere Leggi eguali che allarghino il riconoscimento dei diritti affinché non siano vissuti come privilegi e discriminazioni. Nonostante ciò, oggi esiste ancora un parallelismo, un doppio standard quando si tratta di democrazia, cittadinanza e giustizia. Esistono infatti cittadinə italianə de facto ma non de iure, il cui mancato riconoscimento giuridico pone grossi ostacoli al potersi autodeterminare e muovere liberamente. Esistono anche macchine burocratiche lente, in cui gli ingranaggi si rifanno a leggi obsolete e incapaci di rispondere alle dinamiche e ai rapidi cambiamenti sociali in atto da anni. Queste realtà amministrative, legislative e burocratiche partono spesso da ideologie che vedono la cittadinanza legata al sangue e che vedono alcune persone immeritevoli di libertà e diritti che in realtà ci appartengono per il solo fatto di essere umani. Questi diritti diventano concessioni e come tali arbitrarie, revocabili e incerte a causa di politiche inefficaci e incapaci, nel nome della sicurezza e della tutela di chi già è tutelatə, creano insicurezza, precarietà, ingiustizie, fomentando odio e allarmismi. Tutto ciò costituisce un razzismo di Stato invisibile, che agisce a livello sistemico insultando la dignità di milioni di persone. Ignoranza, incompetenza e relativismi ideologici non possono trovare spazio quando si tratta delle vite delle persone. I diritti umani non sono cedibili né tanto meno negoziabili. Urge dunque ripensare concretamente a un sistema legislativo, a un'organizzazione delle pubbliche amministrazioni e dei servizi di assistenza che rispettino e considerino quanto emerge dallə direttə interessatə, rimuovendo ostacoli e ingiustizie. Se è vero che il cambiamento deve avvenire in noi, acquisendo consapevolezza sui nostri privilegi e sulle realtà "altre" che ci circondano e che solo apparentemente non ci toccano, è altrettanto vero come questi cambiamenti debbano partire dall'alto. Non assuefarsi alle ingiustizie, manifestare, lottare e denunciare sono strumenti di democrazia che non possono coesistere con un sistema fatto anche di paure, ritorsioni e insicurezze. Non si tratta di una gentile concessione ma di rispettare quanto sancito dalla Costituzione Italiana, dal Testo Unico sull'Immigrazione, dalle Direttive Europee e dalla Dichiarazione dei Diritti Umani. Si tratta di responsabilità. 𝑺𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 è 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝐚 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒆, 𝒅𝒆𝒗’𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕ə. Vi lasciamo con un breve intervento di Clelia Bartoli, docente in Diritti Umani alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo: bit.ly/3v67hDy e al suo libro: “Razzisti per legge. L’Italia che discrimina” 🎨 Grafica a cura di Nicole Ricchetti #ITACA #antidiscriminazione #controladiscriminazione #interculturalcities ![]() Questa settimana ricorre la Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti: si apre un'occasione importante per porsi domande e dare risposte sulla situazione complessa che vivono quotidianamente decine di milioni di persone che migrano da un territorio a un altro. Non si tratta di aggiungere diritti, bensì di creare eguali condizioni a tutela della persona, nel rispetto dei basilari diritti umani, garantendo una vita dignitosa e piena libertà di movimento ed autodeterminazione. Si parte proprio dal lavoro con la "Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie" fondata sul principio generale ed intersezionale di non discriminazione. I diritti di chi lavora devono essere tutelati indipendentemente da "sesso, colore della pelle, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, origine nazionale, etnica o sociale, cittadinanza, età, posizione economica, proprietà, stato civile, nascita o altro status" Approvata nel '90 ed entrata in vigore nel 2003, nessun Paese a forte immigrazione dell'Europa occidentale, del Nord America o altri come l'Australia, il Sudafrica e l'India l'ha rettificata. L'Italia rientra fra questi. Privare la persona delle condizioni necessarie ad ottenere una posizione lavorativa stabile, adeguatamente remunerata e tutelata a livello sindacale è una violenza economica e classista che porta precarietà ed insicurezza, esponendo chi lavora ad abusi di potere, ricatti, umiliazioni e schiavismo. Affinché si possa realizzare un'effettiva giustizia sociale, affinché anche le persone con background migratorio possano essere libere di autodeterminarsi ed intraprendere la propria carriera su ogni livello, serve lavorare sulle norme che regolano la realtà migratoria e lavorativa e sulle rappresentazioni che abbiamo e che vengono veicolate su lə migrantə. La consapevolezza e la capacità di riconoscere dignità ed umanità, soprattutto "nell'altro", soprattutto nel “diverso”, è una prima, essenziale, chiave di apertura. 📌 𝑺𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 è 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝐚 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒆, 𝒅𝒆𝒗’𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕ə. 🎨 Grafica a cura di Nicole Ricchetti #ITACA #antidiscriminazione #controladiscriminazione #interculturalcities ![]() Era atteso da qualche settimana e finalmente è partito il nuovo bando di Servizio Civile Universale 2023-2024. E’ possibile fare domanda al Servizio Civile Universale fino al 10 febbraio 2023, ore 14.00. Mondinsieme e Ufficio Intercultura del Comune di Reggio Emilia presentano il progetto UBUNTU@REGGIO EMILIA 2022, contenuto nel programma “INCLUSIONE, ASSISTENZA E PARTECIPAZIONE IN EMILIA 2022”, per un totale di n. 4 posti, di cui 2 andranno presso il nostro Centro Interculturale Mondinsieme e gli altri due presso l'Ufficio Intercultura del Comune di Reggio Emilia (è importante, in fase di domanda, selezionare la sede presso la quale volete prestare servizio civile). L'obiettivo del progetto è quello di favorire il metissage culturale tra cittadini italiani e di origine straniera e accrescere il riconoscimento e la consapevolezza circa il valore della diversità culturale. Il Servizio Civile Universale è un'opportunità per i giovani del territorio di dedicare un anno della propria vita ad un impegno di solidarietà, per il bene comune e la coesione sociale. L'indennità mensile è pari a euro 444,30 netti per un servizio di circa 25 ore alla settimana (1.145 ore in un anno). Le informazioni complete sono reperibili sul sito https://www.politichegiovanili.gov.it/ e sui siti internet degli enti sotto indicati, dove sono anche riportate le schede sintetiche dei progetti con le relative attività e caratteristiche. Le procedure selettive per questi progetti si terranno indicativamente dal 27/02/2023. I calendari delle convocazioni saranno pubblicati presso la sede Arci Servizio Civile di riferimento: ASC Emilia Romagna. La pubblicazione dei calendari ha valore di notifica e la mancata presenza al colloquio è considerata rinuncia. |
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