![]() Martedì 25 Aprile 2023, durante la manifestazione tenutasi in mattinata nel centro storico di Reggio Emilia, in commemorazione del 78° anniversario della Liberazione d'Italia dalla dittatura fascista , si è tenuto l'intervento della scrittrice e attivista iraniana per i Diritti umani 𝐏𝐞𝐠𝐚𝐡 𝐌𝐨𝐬𝐡𝐢𝐫 𝐏𝐨𝐮𝐫. Di seguito trovate la restituzione completa dell'intervento: 25 Aprile 1950: l’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi conferì personalmente a Reggio Emilia la Medaglia d’Oro al Valor militare della Resistenza, per il rilevante ruolo avuto durante la guerra di liberazione italiana. Più passa il tempo e più sembra che ci stiamo allontanando da quello che era successo e la cosa più strana è che non è la genZ quella più giovane a essere distaccata dalla realtà, ma le generazioni X e anche la mia Y. Il 25 luglio 1943 Mussolini venne estromesso e iniziano i festeggiamenti il re Vittorio Emanuele III nominò il maresciallo Pietro Badoglio per presiedere un governo il cosiddetto “regime transitorio”, di cinque anni. Il 2 giugno 1946 si svolsero contemporaneamente il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente, con la partecipazione dell’89% degli aventi diritto. Oggi questi numeri ce li sogniamo questa sì che era voglia di riscatto e consapevolezza della cittadinanza attiva. Vorrei ricordare che la Costituzione è antifascista e non è un’opinione. La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione del partito fascista: “E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Quindi la Costituzione è la nostra garanzia di libertà. Ma non sono sicura della reale consapevolezza di questo, perché la storia si ripete e rischia di ripetersi anche nello stesso posto. Vi racconterò la storia del mio Paese di origine, l’Iran, che sentite nominare molto da settembre 2022. Grazie ai social network e al grande coraggio del popolo iraniano, finalmente possiamo dire la verità, dopo questi 44 anni di buio. Assistiamo a scene surreali. Molta gente mi ferma e mi dice “non ci posso credere che tutto questa brutalità sia reale”. E’ vero, vi capisco. E’ assurdo che una bambino di 2 anni venga ucciso da un colpo di pistola mentre dorme nelle braccia del padre. E’ assurdo che una ragazza di 13 anni venga presa a manganellate solo perché ha strappato dal suo libro scolastico l’immagine della guida suprema. E’ assurdo che le adolescenti vengano ripetutamente violentate fino ad essere sventrate. E’ assurdo che i ragazzi vengano torturati fino a perdere l’uso delle gambe e la ragione. E’ assurdo che familiari e amici non possano piangere sulle tombe di questi martiri. Tutti i regimi dittatoriali hanno una cosa in comune: la violenza spietata. L’Iran lo vede oggi, l’Italia, l’Europa ha già vissuto tutto questo: un Paese dove vige un controllo di massa, dove avvengono discriminazioni legate all’etnia e le minoranze sono perseguitate; dove non si è liberi di avere un credo religioso diverso dalla maggioranza; per non parlare dell’orientamento sessuale, dove ci sono torture di ogni tipo: fisiche, psicologiche, attraverso stupri ed elettroshock, dove viene utilizzato il gas tossico per intimorire le giovani rivoluzionarie; non c’è alcuna libertà di espressione, libertà di stampa, tutti passano per l’istituto di censura. Non c’è libertà di scegliere come vestirsi; vi sono “pattuglie di orientamento” o polizia morale che decide chi punire o meno. Non c’è libertà di vivere e amare chi si vuole, né libertà di essere. Ogni dittatura colpisce le donne con leggi che le privano di ogni diritto conquistato nel tempo. All’alba del ‘79 della rivoluzione khomeinista, è stato tolto il diritto all’aborto, fino all’uso obbligatorio dell’hijab, andando contro anche la religione stessa: capite che è solo una questione di potere, non religione. Siamo dove si vuole, da 44 anni, portare la donna ad essere “Madre casalinga”. "Bisogna convincersi che è lo stesso lavoro che causa nella donna la perdita degli attributi generativi, porta all’uomo una fortissima virilità fisica e morale”. La prima offensiva al lavoro femminile del Regime si ha nell’insegnamento. Le scuole femminili iraniane sono sotto attacco di gas tossici da persone “ignote”: è strano vero? In Iran se pubblichi un video sui social network in cui balli e canti, vieni arrestato dopo poche ore. Questi attacchi, in tranquillità e senza alcun ostacolo, vengono portati avanti sulle bambine dai 6 anni, fino agli adolescenti di 17 anni, non per non farli studiare ma per non portare avanti la rivoluzione donna-vita-libertà. Ci sono immagini di Shirzan, leonesse, le mamme che si sono sedute davanti alle scuole per tutto il tempo dell’orario scolastico, per vigilare su chi arriva. La legge 221 limiterà notevolmente le assunzioni femminili, stabilendo sin dai bandi di concorso l’esclusione delle donne o riservando loro pochi posti. Le donne in Iran negli anni si sono fatte spazio, dove potevano, soprattutto nell’istruzione, fino ad arrivare ad essere alfabetizzate fino al 97%, di cui 70% laureate; ci sono donne pilota, così come in molti consigli di amministrazione; atlete in ogni ambito, ma tutte sotto pressione di ogni tipo per la mancanza di parità salariale fino all’instabilità del posto di lavoro. Secondo il regime “il lavoro femminile crea nel contempo due danni: la ‘mascolinizzazione’ della donna e l’aumento della disoccupazione maschile. La donna che lavora, si avvia alla sterilità; perde la fiducia nell’uomo; concorre sempre di più ad elevare il tenore di vita delle varie classi sociali; considera la maternità come un impedimento, un ostacolo, una catena; se si sposa, difficilmente riesce ad andare d’accordo col marito; concorre alla corruzione dei costumi; in sintesi, inquina la vita della stirpe. Io la chiamo disobbedienza collettiva, che ha portato all’esasperazione donne e uomini verso questi retaggi culturali che purtroppo ci portiamo dietro da secoli, in ogni parte del mondo, all’indomani del febbraio del ‘79 “vennero sciolti tutti i partiti e le associazioni sindacali non fasciste, venne soppressa ogni libertà di stampa, di riunione o di parola”. Nella prigione di Evin, chiamata la bocca dell’inferno, ci sono migliaia di intellettuali e dissidenti politici che sono il futuro della democrazia iraniana. Sì, si dà per scontato la libertà, perché non sappiamo cosa vuole dire avere il timore che da un momento all’altro qualcuno ti fermi e ti porti via per una sessione rieducativa; non sappiamo cosa significa essere un rapper come Toomaj, che è in carcere dal 30 ottobre e di lui non abbiamo notizie. Non sappiamo cosa sta passando Abolfaz, il giovanissimo ragazzo di 16 anni che non può più sorridere. Ho visto il video in cui viene colpito alla testa: lui è a terra senza la parte sinistra del cranio, sanguinante a terra. Era uscito da casa della nonna e le guardie l’hanno colpito ad una distanza ravvicinata alla testa. Un colpo di gas. E’ vivo per miracolo, ma ha passato 5 mesi in terapia intensiva, operazioni su operazioni non hanno avuto successo e oggi è un vegetale. Dalle immagini si vede che gli manca metà testa ed è su un letto con le flebo attaccate. Era pieno di vita, giocava a calcio e parlava inglese. La madre dice abbiamo disperatamente bisogno di un chirurgo specialista, per dargli la possibilità di sorridere e di festeggiare la vita. Cosa aveva fatto di male per meritarsi questo? Stava camminando per strada… Libertà, la così tanto abusata e incompresa parola, perché non abbiamo vissuto il dolore, la solitudine, la paura di morire, la fame; non abbiamo cercato i corpi dei nostri cari nelle fosse comuni per poter dar loro una degna sepoltura. Per questo oggi è un giorno importante per testimoniare la vita: siamo vivi! Dall’Iran arrivano video di ragazze e ragazzi che ballano, cantano anche davanti alle condanne certe, sorridono. Questa rivoluzione porta il nome di ogni persona caduta e un giorno faremo un grande monumento in onore a tutte le anime che hanno perso la vita in questi 8 lunghi e straordinari mesi. Anche noi un giorno festeggeremo il 25 aprile. Il giorno di Liberazione dall’occupazione del regime. E daremo inizio ad una nuova nascita delle Istituzioni democratiche iraniane, che saranno da capofila a tutto il Medio Oriente, per un futuro di pace e prosperità, per il pianeta. E’ proprio il caso di dirlo, perché antifascismo è sinonimo di democrazia. Trovo le parole di Nilde Iotti più attuali che mai: “Questa Repubblica si può salvare. Ma per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione”. Buona Festa della Liberazione a tutte e tutti!
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![]() 🤨 Mai sentito parlare di 𝐑𝐀𝐙𝐙𝐈𝐒𝐌𝐎 𝐈𝐒𝐓𝐈𝐓𝐔𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄? Il razzismo istituzionale è il 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧’𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐟𝐨𝐫𝐧𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞, 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐨𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐞𝐭𝐧𝐢𝐜𝐚 ⚙️ Questo razzismo si manifesta in 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢, 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐯𝐚𝐥𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐢𝐚𝐥𝐢, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢, 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚𝐠𝐠𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐨𝐫𝐚𝐧𝐳𝐞 𝐞𝐭𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞. È veicolato anche dalle stesse leggi della società o dell’organizzazione, che 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐝𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐞 𝐮𝐠𝐮𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞𝐝 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐭à 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚, nei diritti sociali e politici e nell’istruzione. 👻 𝐍𝐞 è 𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨 𝐥’𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚. A causa della mancanza di leggi adeguate e includenti sul tema, ragazzi e ragazze vedono un impedimento alla piena realizzazione delle proprie carriere, da quella scolastica a quella sportiva, per poi estendersi al pieno godimento dei propri diritti civili e sociali 📄 𝐎𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐃𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐃𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐔𝐦𝐚𝐧𝐢, 𝐝𝐨𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢, 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭à 𝐞 𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭à 𝐚 𝐜𝐢𝐚𝐬𝐜𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚, eliminando di conseguenza i privilegi ancora presenti nella società. 💡 𝐂𝐨𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚, 𝐜𝐨𝐬ì 𝐝𝐚 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭à 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭à 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 _______ 📍 𝐅𝐨𝐧𝐭𝐞: W. MacPherson, The Stephen Lawrence Inquiry: Report of an Inquiry by Sir William MacPherson Londra, 1999; tratto dal glossario del Piano d’Azione Locale del comune di Reggio Emilia per il contrasto al razzismo, alle discriminazioni per origine e appartenenza culturale e ai crimini motivati dall’odio #razzismo #razzismoistituzionale #discriminazione #disuguaglianze #inclusione #etnia #cultura #cittadinanza #diritti #ditutti #reggioemilia #paroleditutti #cittàdeldialogo #unicidiversiuguali #xixsettimanacontroilrazzismo ![]() 🤓 COSA SIGNIFICA 𝐈𝐒𝐋𝐀𝐌𝐎𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀? L’islamofobia è anch’essa una 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐚𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐚𝐛𝐮𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐢 𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞𝐨𝐭𝐢𝐩𝐢 𝐧𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢, 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐥’𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐮𝐥𝐦𝐚𝐧𝐢, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐞𝐩𝐢𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐭𝐚𝐥𝐢 👉 Come per l’afrofobia, anche in questo caso si ha una razzializzazione, ovvero 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐫𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐛𝐚𝐬𝐞 𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐮𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢 📄 Nonostante l’islamofobia sia un fenomeno razzista sempre più presente nel contesto europeo, 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐮𝐧 𝐬𝐮𝐨 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐭𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. In un’ottica intersezionale, 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐞 𝐥𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐞, 𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐩𝐢ù 𝐠𝐫𝐚𝐯𝐢 𝐞 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢, 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐢𝐜𝐨 💡 𝐂𝐨𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚, 𝐜𝐨𝐬ì 𝐝𝐚 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭à 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭à 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 _______ 📍 𝐅𝐨𝐧𝐭𝐞: ENAR, Lessons for effective national antiracism policies, Bruxelles 2019; tratto dal glossario del Piano d’Azione Locale del comune di Reggio Emilia per il contrasto al razzismo, alle discriminazioni per origine e appartenenza culturale e ai crimini motivati dall’odio 👉 Per razzismo, secondo la commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, "si intende la convinzione che un motivo quale la "razza", il colore della pelle, la lingua, la religione, la cittadinanza o l'origine nazionale o etnica giustifichi il disprezzo per una persona o un gruppo di persone o l'idea che una persona o un gruppo di persone siano superiori". L'uso delle espressioni "razza" o "origine razziale" non implica però l'accettazione di teorie che tentano di dimostrare l'esistenza di razze umane distinte. "Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni" - Un'Unione dell'uguaglianza: il piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 (Bruxelles, 18.9.2020 COM(2020) 565 final) #razzismo #afrofobia #islamofobia #discriminazione #disuguaglianze #razzializzazione #intersezionalità #donne #diritti #ditutti #reggioemilia #paroleditutti #cittàdeldialogo #unicidiversiuguali #xixsettimanacontroilrazzismo ![]() 🧐 COSA È 𝐋'𝐀𝐅𝐑𝐎𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀? L’afrofobia è una 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐚𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐚𝐛𝐮𝐬𝐢 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐢 𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞𝐨𝐭𝐢𝐩𝐢 𝐧𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢, 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐥’𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐫𝐞 👥 Siamo di fronte alla 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐢𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, ovvero alla costruzione di gerarchie sociali in base a caratteristiche innate valutate secondo le 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐧𝐢𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨 📄 Nonostante l’afrofobia sia sempre più presente nel contesto europeo, 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐮𝐧 𝐬𝐮𝐨 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐭𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 👠 In questa situazione 𝐚 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐨 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐞 𝐥𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐞, spesso escluse dalle politiche a causa di barriere istituzionali che danno vita a forme intersecanti di discriminazione 💡 𝐂𝐨𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚, 𝐜𝐨𝐬ì 𝐝𝐚 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭à 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭à 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 _______ 📍 𝐅𝐨𝐧𝐭𝐞: ENAR, Lessons for effective national antiracism policies, Bruxelles 2019; tratto dal glossario del Piano d’Azione Locale del comune di Reggio Emilia per il contrasto al razzismo, alle discriminazioni per origine e appartenenza culturale e ai crimini motivati dall’odio #razzismo #afrofobia #islamofobia #discriminazione #disuguaglianze #razzializzazione #intersezionalità #donne #diritti #ditutti #reggioemilia #paroleditutti #cittàdeldialogo #unicidiversiuguali #xixsettimanacontroilrazzismo ![]() Hai mai sentito parlare di ANTIZIGANISMO? L’antiziganismo è una 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐢 𝐠𝐫𝐮𝐩𝐩𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐢𝐠𝐦𝐚 𝐝𝐢 “𝐳𝐢𝐧𝐠𝐚𝐫𝐢”, 𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐥𝐚𝐭𝐢. Questo razzismo vede un complesso di 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐩𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐦𝐞𝐫𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐫𝐚𝐝𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚𝐜𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐨𝐜𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐬ì 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐮𝐠𝐮𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐳𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 Siamo abituati a sentire diversi termini in anti- nel nostro contesto politico quotidiano. Storicamente, con la Shoah, si è imposto il termine antisemitismo per indicare l’odio verso gli ebrei, le loro proprietà e le loro istituzioni religiose e comunitarie; contro di esso abbiamo costruito strutture e politiche, che però non tolgono che siano ancora presenti distorsioni e discriminazioni contro la comunità ebraica Tuttavia,𝐥’𝐨𝐝𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐳𝐢𝐧𝐠𝐚𝐫𝐞 𝐞, 𝐢𝐧 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐧𝐨𝐦𝐚𝐝𝐢, 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡’𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐠𝐞𝐧𝐨𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐧𝐚𝐳𝐢𝐬𝐭𝐚, è 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞. Ne è esempio la mancanza di politiche e progetti adeguati a proteggere e tutelare la loro lingua madre, principalmente il Romaní. 𝐂𝐨𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐨𝐧𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚, 𝐜𝐨𝐬ì 𝐝𝐚 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭à 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭à 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 _______ 𝐅𝐨𝐧𝐭𝐞: ENAR, Lessons for effective national antiracism policies, Bruxelles 2019; tratto dal glossario del Piano d’Azione Locale del comune di Reggio Emilia per il contrasto al razzismo, alle discriminazioni per origine e appartenenza culturale e ai crimini motivati dall’odio #razzismo #antiziganismo #antisemitismo #zingari #ebrei #nomadi #discriminazione #linguamadre #disuguaglianze #inclusione #diritti #ditutti #reggioemilia #paroleditutti #cittàdeldialogo #unicidiversiuguali #xixsettimanacontroilrazzismo |
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