Delrio ha auspicato una “modifica della legge sulla cittadinanza e l’introduzione del voto amministrativo agli stranieri residenti. Qualcuno dubita che sia opportuno in questo momento cambiare la legge sulla cittadinanza: io dico che non c’è un tempo giusto o sbagliato per fare le cose giuste. Queste vanno fatte e subito”. La conferenza è stata aperta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini a Roma: ”Se non in questa, nella prossima legislatura, che la legge sulla cittadinanza sia modificata non è una questione di destra o sinistra, ma attiene alla dignità della persona e a valori universali che non possono essere oggetto di quotidiana propaganda da campagna elettorale”. Intanto la discussione parlamentare è già stata messa in calendario per fine mese. A seguire è stato il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio: “Dobbiamo sanare un vuoto simile – ha detto Delrio – che costringe a giovani italiani di origine straniera di essere espropriati del loro diritto di appartenenza al luogo dove sono nati”. Riferendosi alla tragedia del recente terremoto, Delrio ha evidenziato come “i giorni tremendi che sta passando la mia terra, hanno fatto vivere ad italiani e stranieri un destino comune. La morte non ha fatto sconti, sotto le macerie sono morti operai italiani, ma anche lavoratori migranti residenti in Italia”. E la nascita della bambina di origine cinese nel campo di accoglienza di Mirandola dimostra l’assoluta diversità nei diritti tra persone che condividono lo stesso destino: “Quella bambina – ha sottolineato il sindaco – anche se nata in Italia, resterà straniera fino a 18 anni, con la norma attuale. Ebbene, il nostro impegno deve essere affinché questa bambina diventi un pezzo importante del nostro Paese futuro”. Il Centro Interculturale Mondinsieme ha preso parte all’evento organizzando e accompagnando una cinquantina di studenti reggiani degli istituti Pascal, Canossa, Nobili, Filippo Re e dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Cittadini da ben 139 nazionalità diverse convivono a Reggio Emilia e la scolaresca reggiana in parte le ha rappresentate a Roma. Tra di loro anche Lamiaa Zifal, 12 anni, della scuola media Manzoni di Reggio, con genitori di origine marocchina, che è intervenuta alla Conferenza alla Camera per dare la sua testimonianza, raccogliendo un’ovazione. Si è trattato di un importante appuntamento di confronto e discussione alla presenza, oltre che di Gianfranco Fini e di Graziano Delrio, soprattutto del Ministro per l’Integrazione e la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi. La cittadinanza per le persone di origine straniera, ha detto Riccardi, è ”un interesse nazionale. Facilitare l’ottenimento della cittadinanza è un atto doveroso e grande investimento di speranza per il nostro Paese”. I minori di origine straniera “fanno già parte di noi e non riconoscerlo vuol dire sancire un’esclusione”. ”Molti in Italia – ha concluso Riccardi – sono consapevoli che il nostro antiquato ‘ius sanguinis’ non e’ in grado di accordarsi con il battito profondo del cuore della nostra società”. Sono intervenuti, inoltre, il Governatore pugliese Nichi Vendola, la leader della Cgil Susanna Camusso e il presidente delle Acli, Andrea Olivero, che ha fatto notare come la riforma innovativa della cittadinanza si può fare a costo zero. I promotori dell’iniziativa con questo evento nazionale intendono passare ora la palla al Parlamento, dopo aver presentato due proposte di legge di iniziativa popolare. A marzo, infatti, il comitato ha consegnato alla Camera dei Deputati oltre duecentomila firme per promuovere due provvedimenti sul diritto alla cittadinanza. Una prima iniziativa di legge auspica una riforma della normativa che regolamenta l’accesso alla cittadinanza per gli immigrati, un’altra permetterebbe alle persone non comunitarie residenti in Italia di poter votare alle elezioni amministrative. Con questa conferenza “vogliamo che d’ora in poi si discuta sul merito della questione, perché l’immigrazione è un tema da affrontare con realismo, scevro da ideologie e con l’obiettivo di favorire la coesione sociale e i diritti di tutti, italiani e stranieri” ha detto Paolo Beni, presidente di Arci e coordinatore del dibattito di ieri.
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