Youness si ricorda quando, a quattordici anni, sedeva su un banco dell'Itis Majorana, a Somam Vesuviana, di fronte al porto di Napoli. Ora ha 22 anni e studia ingegneria a Reggio Emilia, parla dialetto napoletano e un italiano perfetto. Purtroppo, non è ancora definibile, ufficialmente, italiano: "Anche se seguo la politica italiana, non ho ancora il diritto di voto". Per questo, si sono uniti al gruppo #ItalianiSenzaCittadinanza, un collettivo reale, una community su Facebook, un hashtag che è già tendenza sui social media, perchè parla di un tema attuale, che tocca la vita e il cuore di migliaia di giovani e dei loro amici e amiche. In dettaglio, il gruppo "Italiani Senza Cittadinanza", formato da giovani figli di stranieri a cui non è stata ancora riconosciuta la cittadinanza italiana e da chi è stato riconosciuto cittadino italiano dopo un percorso lungo e travagliato, ha indetto per la giornata del 13 ottobre un’iniziativa pubblica. La mobilitazione si terrà vicino al Senato della Repubblica e contemporaneamente davanti alle Prefetture di altre città italiane - a Reggio Emilia alle 18.30 in corso Garibaldi - per dare forma e risonanza alle voci dei figli dell’immigrazione e chiedere a gran voce l'approvazione della Riforma della legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana. "Credo oggi sia fondamentale rimettere tra i primi punti dell’agenda politica la riforma della Legge sulla Cittadinanza come questione prioritaria per lo Stato italiano perchè riguarda migliaia di neonati, alunni, studenti e lavoratori, che sono una risorsa culturale ed economica per il nostro Paese - dice Marwa - Ad oggi sono “Italiani senza cittadinanza”, per questo è necessario ritornare nelle piazze delle nostre città e farlo capire innanzitutto al Senato italiano". Un anno, alla Camera dei deputati, venne votato un testo che ha rappresentato un’importante apertura verso chi nasce e/o cresce in Italia. Da allora, il testo è bloccato in Senato - Commissione Affari costituzionali. Proprio il 13 ottobre ricorre l’anniversario di quel voto, storico atto democratico per i figli dell’immigrazione e dell’Italia. ma da quella data ad oggi non si sono fatti passi avanti significativi. I diretti interessati dalla Riforma, giovani nati e/o cresciuti in Italia non ancora riconosciuti cittadini a tutti gli effetti a causa di una legge che non rispecchia la realtà del Belpaese, temono che la Riforma venga dimenticata in un cassetto, che le loro vite e quelle dei loro fratelli e sorelle più piccoli, insieme a un milione di “Italiani Senza Cittadinanza”, restino sospese in un limbo. Per questo gli “Italiani Senza Cittadinanza” rivolgono un appello ai singoli cittadini e cittadine, alle organizzazioni di volontariato, al mondo della società civile italiana: Invitiamo tutti coloro che sostengono la nostra causa a partecipare con noi all'iniziativa, per ricordare alle Senatrici e ai Senatori che esistiamo, che i nostri percorsi sono profondamente condizionati, ogni giorno, dal non godere degli stessi diritti dei nostri coetanei con cui cresciamo, tra i banchi della Scuola pubblica italiana, all’Università e nei posti di lavoro. Siamo tutti Italiani con una sola particolarità: molti di noi non hanno un documento che lo possa testimoniare. Siamo figli di una patria che non ci riconosce, liquidati come iItaliani col permesso di soggiorno. Ma non siamo stranieri né straniere. Siamo gli italiani e Italiane senza cittadinanza che chiedono una legge 91/92 più aperta verso i suoi figli invisibili. Le Cartoline Cittadine, qui sopra esposte, sono parte della campagna di storytelling lanciata dagli "Italiani Senza Cittadinanza". Qui trovate un po' di link che hanno rilanciato la campagna "Italiani Senza Cittadinanza": Griot | Huffington Post | Il Fatto Quotidiano
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