“Numerose aggressioni non vengono nemmeno riportate alle autorità; meno del 5 per cento di quelle denunciate finisce con una condanna”. I ragazzi sono scesi in campo contro la violenza subita dalle donne , violenza che avviene per lo più tra le mura domestiche. Sostenuti dal semiologo e giornalista Damiano Razzoli, i ragazzi hanno avviato una vera e propria inchiesta che hanno riportato, in sede del meeting, con un power point. “Le violenze denunciate sono bassissime rispetto alle violenze effettivamente compiute, e pensare che solo nel 2008 sono state denunciate 4500 violenze”. “Su 8845 violenze il 60% sono commesse da italiani, il 40% da stranieri”. Secondo le indagini ISTAT, queste denunce riguardano solo il 10% circa degli stupri commessi: la maggior parte delle violenze non viene denunciata. Le vittime sono il 4,8 % delle donne italiane, circa 1 milione dai 16 ai 70 anni. Gli aggressori sono per il 69,7% dei casi il partner o l’ex, per il 17,4% un conoscente, l’ 1,5% è un parente,l’ 1,5% è un collega, solo per lo 0,8% è un amico di famiglia e per l’1,2% dei casi non è specificato. In generale, circa il 10% di violenze è imputabile a stranieri, tuttavia l’informazione fa sembrare che essi siano l’80%-90%. “La violenza è per lo più opera di partner italiani, ma l’immagine che esce dai media è molto diversa;domina lo stereotipo dell’immigrato, estraneo, non conosciuto, che “violenta” la donna italiana”. Il rischio di una simile distorsione potrebbe addirittura portare a orientare in modo errato le priorità e il tipo di politiche in tema di migrazione. “Il meeting del 21 è stato divertente ed affrontato da tutti con grande serenità, tuttavia sono state raccontate molte verità, alcune delle quali sconvolgenti” parla Silvia Trotta, una studentessa della 4D , “Infatti sono emerse realtà riguardanti sofferenze e violenze subite in silenzio, soprattutto da parte di chi è emarginato”. “Un giorno indimenticabile, pieno di emozioni e di voglia di cambiare il mondo, migliorandolo, senza più violenze, ingiustizie e razzismo”.
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