Per tutto l’anno suona come un’utopia, tranne il 21 Settembre: ogni anno, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si riunisce, il segretario suona la campana della pace e siamo tutti chiamati a partecipare al Peace One Day, la Giornata Internazionale della Pace. Si tratta di una data istituita dall’Onu già nel 1981, con lo scopo di dedicare una giornata alla sospensione di ogni conflitto. Un cessate il fuoco di 24 ore su scala globale che inizialmente si teneva il terzo giovedì del mese: è stato grazie all’intervento dell’associazione Peace One Day, che si batte perché questa giornata diventi sempre più significativa, che questo evento occupa la data fissa del 21 settembre da ben 15 anni. Che cosa succede, quindi, al fuori dell’assemblea dell’Onu? La sospensione dei conflitti riguarda tutto il mondo ed è compito di ogni Paese e ogni uomo, sia chi ha potere su una guerra globale che i singoli cittadini. Prima ancora di parlare di pace dobbiamo assicurarci che questa parola sia presente nella nostra vita individuale e l’International Day of Peace ce ne dà l’opportunità, per una sola giornata che però può essere quanto mai significativa. Non a caso, dal 2013 l’associazione Peace One Day ha lanciato lo slogan che responsabilizza tutti:“Who will you make peace with?”, con chi farai la pace? La pace non è soltanto fine a sé stessa, ma si collega a importanti questioni politiche e sociali. Per questo ogni anno l’International Day of Peace ha un titolo, un tema particolare su cui soffermarsi mettendo da parte ogni violenza. Quest’anno lo slogan deciso dall’Onu è “The sustainable development goals: building blocks for peace”, ovvero “costruire mattoni per la pace”, riguardante i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile concordati dall’assemblea delle Nazioni. È un tema ambizioso, trattandosi di 17 questioni globali – fra cui povertà, disparità di genere, degrado ambientale – che tutte le Nazioni devono risolvere unitamente. Eppure il “cessate il fuoco” può essere proprio l’occasione migliore per iniziare ad affrontarle in modo non violento. Un conflitto in corso, di qualsiasi entità, ostacola sempre ogni progetto costruttivo e di cooperazione, mentre l’uomo ha bisogno di altro, ha bisogno di unità. Informarsi sulla pace, diffonderla e adottarla: tutti possono portare un piccolo cambiamento. Nel centro di Reggio Emilia, il pomeriggio del 21 settembre, saranno presenti due associazioni di volontariato. La prima è Cisv, che organizza esperienze internazionali per educare alla pace ragazzi da 11 a 18 anni; la seconda è Intercultura, con la quale studenti di tutto il mondo hanno l’opportunità di immergersi nella cultura di un Paese nuovo. Lo scopo è manifestare e informare, quindi saremo felici di accogliere chiunque abbia il desiderio di saperne di più e dare un proprio contributo a questa giornata. ![]()
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