“L’intercultura in impresa – precisa Rubertelli – può essere un notevole vantaggio competitivo se gestita con un approccio proattivo, innovativo e sfidante come quello proposto dal progetto FA.RE. Investire tramite la formazione in un ruolo nuovo, in divenire, come quello del facilitatore delle relazioni transculturali in azienda, rappresenterà un punto di forza per le imprese che avranno l’intuizione e il coraggio di istituirla nei loro ambienti di lavoro”. La conferma arriva anche da Stefano Damiani, titolare del Colorificio Damiani di Montecchio, che ha recentemente deciso di aderire al progetto FA.RE. di Centro Servizi PMI per formare due lavoratori stranieri al ruolo di “facilitatore delle relazioni transculturali in impresa multietnica”. “Ho deciso di partecipare a questa iniziativa – dichiara Damiani – per la situazione che si è venuta a creare all’interno della nostra azienda, pur se di piccole dimensioni, nell’intento di eliminare le divisioni che spesso si generano tra lavoratori italiani e di altre nazioni, causando problemi e negatività per l’azienda in termini di produzione e clima aziendale; con questo corso – continua Damiani – e, in particolare, con l’istituzione di due facilitatori, puntiamo a creare le condizioni di integrazione e a migliorare le relazioni interne”. La formazione è stata affidata allo staff di Mondinsieme, Fondazione istituita dal Comune di Reggio Emilia nel 2001 con l’obiettivo di operare sui processi culturali dell’integrazione, lavorando sia con gli italiani sia con gli stranieri per favorire la coesione e la partecipazione sociale. Il facilitatore delle relazioni transculturali è una figura “ponte”, un lavoratore già occupato in azienda che, senza alcuna interferenza nella struttura gerarchica e organizzativa già esistente, facilita le relazioni per il superamento di incomprensioni culturali e disagi che emergono nei rapporti interpersonali, facilita la comunicazione laddove le capacità comunicative diventano essenziali per la connessione tra realtà diverse e il padroneggiamento del linguaggio tecnico lavorativo di riferimento. Il corso citato da Damiani è la parte finale del progetto europeo Leonardo Trasferimento d’Innovazione “FA.RE” di cui Centro Servizi PMI è capofila. Il progetto ha ottenuto il finanziamento della Comunità Europea per l’importanza riconosciuta, in questo momento socio-economico caratterizzato da una crescente multiculturalità nelle imprese manifatturiere, alla sperimentazione in azienda di un ruolo volto a migliorare le relazioni tra lavoratori italiani e stranieri e stranieri di etnie diverse. Per arrivare a formare i facilitatori, è stato prima di tutto necessario intervistare le aziende e rilevare le aspettative di titolari, portatori di interesse e lavoratori (sia stranieri sia italiani) in merito alle specifiche caratteristiche che il facilitatore, a loro avviso, dovrà avere per agire concretamente il proprio ruolo a favore di una reale integrazione professionale multietnica sul luogo di lavoro. Sono tre le aziende reggiane, tra cui il Colorificio Damiani, che hanno avviato alla formazione quattro lavoratori (sia italiani sia stranieri). Le altre aziende che hanno aderito all’iniziativa sono la Pommier Furgocar di Roncocesi e la Elitegomma di Reggio Emilia. Gli altri sostenitori a livello locale del progetto sono l’Assessorato alla Coesione e Sicurezza Sociale del Comune di Reggio Emilia, il Centro Informazione Immigrati del Comune di Reggio Emilia, il Centro per l’Impiego di Reggio Emilia, il CTP di Cavriago, l’Associazione dei cittadini del Burkina Faso. Da ricordare che il progetto FA.RE. a un respiro europeo. Il 29 marzo si è tenuto a Lugano il penultimo meeting del progetto, in attesa del convegno finale del 20 aprile di Reggio Emilia. La Fondazione Ecap ha organizzato il 29 marzo, nella sede dello IUFFP, un workshop intitolato “Proviamo a capirci. Pratiche interculturali dal mondo del lavoro”. L’apertura dei lavori, alle ore 13, affidata a Mario Branda, presidente della Commissione per l’integrazione degli stranieri del Canton Ticino, e da Furio Bednarz della Fondazione Ecap in Svizzera. A seguire, un panel di esperienze a confronto intitolato “Facilitare la comunicazione nei contesti interculturali: bisogni e risposte a confronto” con Claudio Biasetti, direttore Cspmi di Reggio Emilia, che ha parlato di relazione transculturali nelle Pmi, con Fiammetta Jahreiss, direttrice Ecap a Zurigo e del Forum svizzero per l’integrazione dei migranti, che ha parlato di interpretariato interculturale in Svizzera e con Sara Riggio, formatrice nei comuni di Verona e Bolzano, che ha concluso con la sfida dell’intercultura sul fronte dei servizi sociali, tra organizzazione e utenza. Alle 16, si è tenuta una discussione su “La cura della diversità: costruire competenze interculturali” con Paola Quadri dell’Associazione Opera Prima – Rivera, Ida Castiglioni dell’Università di Milano e IDRAcademy (Milano / Portland – USA) e Adil el Marouakhi del Centro Culturale Mondinsieme – Reggio Emilia. Alle 17.30 c’è stata la presentazione del libro “Il professionista interculturale” scritto da Furio Bednarz, Maria Giovanna Onorati e Giorgio Comi, edito da Carocci. Con gli autori sono intervenuti anche Alberto Nessi e Leonardo Zanier.
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