“Il nostro intento è il bisogno di risollevare la dignità femminile – racconta Naim – Tra noi ci sono anche mamme e figlie: vogliamo mischiare le generazioni perchè si diano sostegno”. Dopo circa due decenni da quando Naim e le sue amiche, che sono marocchine, tunisine, algerine, egiziane, siriane, sono arrivate in Italia, nasce Fodec. Vent’anni che però non sono passati invano.
“Facciamo anche alfabetizzazione per le donne che non hanno mai studiato e non sanno l’italiano. Abbiamo fatto l’associazione l’abbiamo fatta proprio per avvicinarle. Da sole non sapevamo da dove cominciare, mentre ora è più facile – continua Naim – L La storia di Naim Ghita e delle sue amiche è una delle tante esperienze raccontate dalla ricerca Parsec. Non aveva nemmeno vent’anni quando è arrivata in Italia nel 1991. Frequentava ancora la scuola superiore. Poi il viaggio dal Marocco all’Italia, la nuova casa in provincia di Reggio Emilia, il matrimonio, cinque figli e l’impresa che all’inizio le pareva impossibile: imparare una lingua sconosciuta, a cominciare con un taccuino in cui annotare le parole da usare al supermercato, poi farsi delle amiche e ricostruire un’intera vita in un paese lontano.a cosa difficile all’inizio è comunicare con gli altri, con le altre, e dire: anch’io sono una donna, come voi, anche se magari porto il velo”. “Nessuno vuole danneggiare il paese dove vive. Un uccello non danneggia mai il suo nido, se non arriva un tornado che lo porta via- confida Naim – Gli uccelli lo proteggono. E così siamo noi, siamo venute in Italia e l’aiutiamo. Abbiamo imparato a vivere in questo paese, vi abbiamo cresciuto i nostri figli, e ormai siamo parte di lui”. La ricerca “Risorse di cittadinanza, a cura di Francesco Carchedi e Giuliana Candia, pubblicazione che conclude e restituisce i risultati della ricerca su caratteristiche e problematiche dell’associazionismo di matrice immigrata realizzata con il contributo dell’Open Society Fundation, conferma quanto emerge dalla capacità d’iniziativa delle donne di Fodec: “Il ruolo essenziale di cerniera che svolgono le associazioni nel rapporto tra le comunità migranti e il territorio, nei rapporti con le altre organizzazioni, le istituzioni, i servizi, e il contesto più allargato di accoglienza”. Le associazioni, rivela la ricerca, hanno conoscenze e competenze nel contatto con le popolazioni straniere che altre organizzazioni spesso non hanno.
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