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Le differenze possono unire?

28/4/2016

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Immaginiamoci su una panchina. O anche su un divanetto in una qualsiasi sala d’attesa o su un sedile dell’autobus. All’arrivo di uno sconosciuto vicino, la nostra reazione può essere decisamente deludente: facciamo finta di niente, indifferenti, soprattutto se il nuovo arrivato è diverso da noi, magari con la pelle di un colore che non ci rassicura. È inutile ​negarlo, la causa di questa diffidenza sta nella nostra forma mentis: siamo abituati a vedere il “diverso” come qualcuno esageratamente distante da noi, da cui prendere le distanze. Le differenze dividono, creano muri che sembrano insormontabili, che sia nell’ambito della politica internazionale o su una panchina.
“#Dialogo: siamo tutti sulla stessa panchina” è il titolo del ciclo di incontri incentrati sul confronto interculturale e interreligioso che si tiene fra il mese di Aprile e quello di Maggio a Reggio Emilia. Le associazioni organizzatrici sono tutte interessate alla convivenza con il diverso: Agesci- Reggio Emilia, CISV Reggio Emilia e GMI- Giovani Musulmani Italiani, con la collaborazione del Centro culturale Mondinsieme e al patrocinio del Comune di Reggio Emilia. Alla base degli incontri c’è un percorso da compiere, attraverso i tre temi dell’ Informazione, Religione e Geopolitica: prima verso la consapevolezza, poi verso la valorizzazione delle diversità.

Anche i luoghi degli incontri non sono scelti a caso. Il primo si è svolto domenica 3 aprile in un ambiente cattolico, nell’oratorio di Regina Pacis, per parlare del tema dell’Informazione con Augusto Valeriani e Brahim Marrad, rispettivamente uno docente universitario di scienze della comunicazione, l’altro giornalista di una testata nazionale: l’uno con lo sguardo sui nuovi mezzi di comunicazione, l’altro che ci parla dei canali ufficiali, ovvero social media contro mass media mainstream.

“L’informazione è un diritto o piuttosto un dovere?” è la domanda che mi pongo dopo la conclusione. Le diamo la giusta importanza? Siamo abituati a darla quasi per scontata, ma dimentichiamo che richiede personale impegno. L’informazione non è passiva. È un nostro dovere riflettere sulle notizie, verificarne le fonti prima di diffonderle, perché se siamo male informati diventiamo volubili, anche nei fatti.
La slideshow dei due incontri di aprile in parrocchia e in sinagoga. Il 15 maggio, ultimo appuntamento con #dialogo in moschea.
È dall’informazione che si formano le nostre opinioni, sono le nostre opinioni che condizionano le nostre azioni. Dunque la consapevolezza della nostra realtà è alla base delle nostre decisioni, ci permette di scegliere con cognizione di causa. Allo stesso modo, ci permette di comprendere le realtà diverse dalla nostra e ci difende dai preconcetti, dagli stereotipi e dai pregiudizi.
Il secondo incontro si è svolto domenica 17 aprile nella Sinagoga di Reggio Emilia, trasportandoci nell’ambiente di un’altra fondamentale religione, l’ebraismo. Questa volta il tema è la Religione e si tratta di un confronto vero e proprio fra Brunetto
Salvarani, docente di teologia, e Patrizia Khadija Dal Monte, scrittrice. Come se fosse conseguenza del primo incontro: prima abbiamo compreso che l’informazione è presupposto fondamentale per il dialogo, ora si passa al dialogo vero e proprio. Si spiega meglio la religione, si chiarificano le dottrine, ma soprattutto si supera un muro: quello della differenza. Nel momento in cui due mondi distinti si parlano e si accolgono, la diversità assume tutta un’altra connotazione: si trasforma in curiosità reciproca.

Se non esistesse diversità nel mondo, non disporremmo di molta della sua bellezza. Lo stesso fenomeno della vita è originata dalla differenza fra uomo e donna. Dunque sì, le differenze sono fondamentali e possono unire, ma solo se lo vogliamo noi e se ci armiamo di cultura e consapevolezza per superare le nostre barriere. Il cosmopolitismo dovrebbe essere insegnato già nelle scuole, come strumento per imparare a vivere con il diverso. E per “diverso” non si intende solo chi professa un altro credo, ma chi non la pensa come noi in molti altri ambiti.
​
Proprio per andare oltre all’ambito religioso è stata progettata l’ultima conferenza, quella sulla geopolitica, dal titolo “Cosa succede nel mondo? Oltre la religione, la geopolitica” che chiuderà il ciclo d’incontri e si terrà nel Centro Islamico di via Monari a Reggio Emilia il 15 maggio ore 17.00 con tre ospiti importanti: i giornalisti Lorenzo Declich e Sabika Shah Povia e il professor Alessandro Ferrari. Sarà un’occasione per ampliare i propri orizzonti, discutere dell’effettiva situazione del mondo intorno a noi. E forse comprendere meglio realtà nuove, realtà diverse.
Beatrice Baldini
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