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Mondinsieme Ad Alt(r)a Voce: firmato il secondo Protocollo sulla comunicazione interculturale

3/3/2014

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La sfida della diversità porta a confrontarsi con nuove persone, che portano culture. Insieme, possono formare una nuova cultura, plurale. L’importanza della comunicazione, in questo contesto, diventa centrale. In un testo redatto intorno al concetto di prendere la parola, Michael De Certeau scrive che il fulcro di ogni azione interculturale è proprio “inventare assieme  una cultura plurale, offrire una pluralità di percorsi misti, diversi, mutevoli, costantemente riadattati”.
Mondinsieme ha raccolto questa sfida, insieme ad oltre trenta organizzazioni e istituzioni che hanno siglato nel febbraio scorso il Protocollo d’intesa regionale sulla Comunicazione Interculturale, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e rinnovato dopo il primo accordo del 2009.
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Una simile iniziativa, unica in Italia e in Europa nel suo genere per i risvolti sociali e le implicazioni politiche, sembra rispondere alle sollecitazioni raccolte da De Certeau negli anni Settanta quando, sulla spinta della decolonizzazione, milioni di persone si sono trasferite in Europa.  Per de Certeau, la più importante è dare loro la parola: cambiare “il nostro modo di trattare gli immigrati, offrendo loro i mezzi per costruire un’immagine positiva di se stessi, assicurando loro una visibilità nel nostro spazio sociale e culturale che non sia ridotta agli stereotipi negativi”.


La comunicazione interculturale permette di scardinare i vincoli dell’appartenenza che, elevata a protezione della propria identità culturale e sociale, intenta a trasmettere la propria eredità culturale, rischia di condurre le minoranze nel ghetto, fino a far cessare comunque la tradizione, trasformandola in un ricettacolo di nostalgie.

Per questo gli ambiziosi obiettivi del nuovo Protocollo d’intesa regionale sulla Comunicazione Interculturale  sono migliorare la qualità dell’informazione prodotta dai media locali sui temi dell’immigrazione e dell’asilo, oltre a promuovere il protagonismo diretto dei migranti e dei rifugiati nei media. Un elemento innovativo che viene introdotto nel documento, aggiornato dopo tre anni, è  quello dell’educazione: i firmatari del Protocollo si impegnano, infatti, nella comprensione tra i giovani delle dinamiche interculturali nella società, tra cui l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna.

“L’Emilia-Romagna – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, Teresa Marzocchi – si configura sempre più come una realtà interculturale, collocandosi tra le regioni che registrano una maggiore presenza di residenti stranieri. In questo contesto, la comunicazione svolge un ruolo fondamentale nell’accompagnarci verso la creazione di un modello sociale e culturale rinnovato, aperto e attento al rafforzamento della coesione”.

“Anche i principali documenti d’indirizzo dell’Unione europea per le politiche di integrazione dei cittadini stranieri – ha aggiunto l’assessore – ribadiscono l’importanza delle iniziative di comunicazione interculturale e della collaborazione con i mass media, per migliorare la comprensione del fenomeno migratorio e facilitare il dialogo”.

Sulla base di queste sollecitazioni, il protocollo d’intesa regionale sulla comunicazione interculturale firmato oggi “vuole essere l’ambito politico-istituzionale – ha proseguito Marzocchi – dove costruire e mantenere legami di rete tra soggetti istituzionali, di categoria, del mondo dei media e della società civile, in modo da sviluppare programmi che mantengano viva la riflessione e l’attenzione sul ruolo della comunicazione interculturale nei processi di integrazione sociale”.

In questi cinque anni che separano le due sottoscrizioni sono state promosse diverse iniziative, facendo in tal modo emergere la voce dei cittadini di origine straniera presenti sul territorio e favorendo così un processo di autorappresentazione e partecipazione attiva. Alle diverse iniziative è stata accompagnata un’attività di monitoraggio e dibattito per superare i punti critici riscontrati in questi anni, verso una nuova fase che prevede un progetto per sostenere e concretizzare gli obiettivi del protocollo.

Il progetto entrerà nel vivo nei prossimi mesi, con un portale online, co-produzioni con testate locali e percorsi formativi sulla media education.
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