Il progetto CHAT – Changing Attitude. Fostering dialogue to prevent FGM coinvolge 6 paesi Europei, Italia, Portogallo, Austria, Spagna, Olanda e Regno Unito, per aumentare la consapevolezza della pericolosità della pratica e favorire un cambiamento di attitudine all'interno delle comunità a rischio in Europa e nei Paesi di origine.
Come riconosciuto dalle principali convenzioni internazionali, le Mutilazioni Genitali Femminili costituiscono un reato e una violazione dei Diritti Umani, una violazione dei Diritti dell’Infanzia e una discriminazione di genere che impedisce alle donne di vivere a pieno la propria vita. Esse comprendono tutte le procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre lesioni agli organi genitali femminili per ragioni che non sono di natura medica e non comportano alcun beneficio reale per le donne che le subiscono. Il trauma dell’intervento, il rischio di contrarre pericolose infezioni e malattie e le conseguenze per la vita futura di donne e di madri che subiscono la mutilazione segnerà per sempre la loro esistenza. Norme e convezioni sociali rendono questa pratica un rituale obbligato per l’accettazione della bambina e della sua famiglia all'interno delle comunità in oltre 20 Paesi africani e in alcuni Paesi dell'Asia e del Medio Oriente. Tali pressioni culturali si riproducono anche tra le comunità di migranti e di rifugiati in Europa, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti d’America. Queste, a loro volta, subiscono le pressioni delle comunità del Paese di origine, anche in vista di un possibile rientro. Le attività del progetto Favorire un processo di mobilitazione all'interno delle comunità interessate attraverso la formazione e il supporto di 144 agenti di cambiamento che, nei 2 anni previsti, possono arrivare a coinvolgere direttamente nel cambiamento oltre 2400 persone. Orientare le strategie di Corporate Social Responsability delle organizzazioni europee a contrastare la violenza di genere e a sostenere iniziative di prevenzione delle mutilazioni. Si prevede di realizzare un seminario online sull’importanza dell’intervento delle aziende nel Sociale, un workshop sugli strumenti da utilizzare e di definire percorsi individualizzati. Supportare le associazioni di migranti nella realizzazione di interventi di co-sviluppo, affinché possano essere a loro volta agenti di cambiamento nei Paesi di origine. L’interazione con le associazioni di migranti si concretizza in un ciclo di workshop sul tema, nella definizione di iniziative di co-sviluppo e nella sensibilizzazione di Ambasciate e Consolati. In Italia le MGF sono una questione politica dalla fine degli anni ’90, quando una Commissione Parlamentare per l’Infanzia ha chiesto un’indagine su questo tema; Si stima che in Italia ci siano 35.000 donne vittime di mutilazioni e oltre 7.000 le bambine a rischio. Il progetto si basa sulla convinzione che il dialogo e la partecipazione siano fondamentali per combattere il problema. Comments are closed.
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