Il Manifesto è stato presentato per la prima volta il 20 novembre, in occasione dell’evento Attori di integrazione: Paesi, comunità e associazioni promosso dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e di numerose personalità della diplomazia internazionale con sede a Roma, tra cui diversi ambasciatori. L’integrazione è un processo dinamico e bilaterale che coinvolge numerosi attori, tra cui particolarmente importanti sono le comunità di migranti, le associazioni, le rappresentanze diplomatico-consolari dei Paesi d’origine, accanto alle Istituzioni e i cittadini tutti. E’ stata occasione per presentare, inoltre, 16 rapporti sulle principali comunità di migranti in Italia (Albania, Bangladesh, Cina, Ecuador, Egitto, Filippine, India, Marocco, Moldova, Pakistan, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Tunisia, Ucraina), di cui si analizza l’evoluzione demografica e le caratteristiche in termini di occupazione, accesso alle misure previdenziali, assistenziali e di sostegno al reddito, oltre che una serie di nuovi focus dedicati a temi quali la presenza femminile, i minori e le seconde generazioni, l’associazionismo, l’accesso ai servizi sanitari. In un mondo sempre più interrelato e interdipendente, è strategico coinvolgere ambasciate e rappresentanze consolari dei Paesi delle comunità straniere presenti sul territorio nazionale, che rappresentano l’unico riferimento istituzionale del paese di origine a cui è possibile rivolgersi, sia per una questione burocratica sia per una questione culturale. In questo senso, è importante dare seguito all’idea di consolidare un maggiore network tra tali rappresentanze, le istituzioni e le associazioni, soprattutto quelle animate da giovani e in ottica interculturale, dove cioè si favoriscono attività tra persone di origine sia italiana sia straniera. Un focus particolare meritano così i giovani, ponte tra culture e generazioni. Per questo il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si è concentrato sulle seconde generazioni. Mahta Woldezghi, referente di Mondinsieme per le associazioni e le seconde generazioni, è stata scelta per intervenire e testimoniare l’esperienza di Reggio Emilia: “Abbiamo sperimentato che per aumentare la partecipazione tra i giovani – dice Mahta – è fondamentale lo sviluppo dell’associazionismo: è quello che più di tutti aiuta a costruire un senso di appartenenza alla città e alla comunità in cui si abita”. I giovani possono avere un ruolo di agenti di integrazione attraverso la condivisione della propria storia e la costruzione di relazioni con altri giovani. Proprio da questo punto di vista, sembra importante guardare alla cittadinanza non solo in termini di rapporto tra diritti e doveri, ma anche in termini di attivismo: essere protagonisti di associazioni significa creare reti e sinergie con altre realtà associative, porsi al centro dei processi della vita cittadina divenendo interlocutori, incentivare iniziative e incontri che promuovano la conoscenza reciproca all’interno della comunità, l’informazione e la comunicazione di opportunità. Grazie a un lavoro di co-progettazione, svolto durante vari incontri a Roma e attraverso una community on line attivata dalla redazione del Portale sulla piattaforma Innovatori PA, le associazioni hanno condiviso analisi, esigenze, esperienze e hanno elaborato un Manifesto, disponibile in dieci lingue e articolato in quattro ambiti – scuola, lavoro, cultura e sport, partecipazione e cittadinanza attiva – che offre un’analisi dello stato dell’arte e proposte di intervento, che in alcuni casi aspirano a incidere sulle politiche di integrazione e in altri semplicemente a sensibilizzare la società e a mostrare la realtà da un altro punto di vista.
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