“É per me un grande piacere incontrarvi e ascoltare la presentazione del Manifesto, che ho già molto apprezzato in quanto processo partecipato che contiene indicazioni utili per l’Italia intera; l’Italia ha bisogno di affermare un nuovo modello di inclusione e il vostro Manifesto contiene modelli e pratiche che possono ispirare una strada di positivo cambiamento per tutti” ha detto il presidente Grasso in apertura dell’incontro il Presidente, che si è svolto a Palazzo Madama. L’incontro testimonia l’attenzione delle Istituzioni alle istanze dei giovani di seconda generazione – attualmente più di un milione nel nostro Paese, di cui oltre la metà nati in Italia – e rappresenta un punto da cui partire per una riflessione condivisa sul presente e il futuro del nostro Paese. Si tratta di un segnale incoraggiante per le politiche interculturali della città, che da sempre hanno messo al centro il ruolo dell’associazionismo e della cittadinanza attiva. “L’interesse del Presidente Grasso e del Ministero significa che siamo sulla buona strada e che il futuro di una società più coesa è proprio questa – ha detto Serena Foracchia, assessore alla Città internazionale del Comune di Reggio Emilia – Il riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza passa dal coinvolgimento diretto dei giovani e delle associazioni perchè aiuta a costruire un senso di appartenenza alla città e alla comunità in cui si abita”. Per questo, ha aggiunto l’assessore Foracchia, abbiamo il dovere di ricordare anche “l’importanza della riforma della legge sulla cittadinanza, ora in discussione in Parlamento dopo il lavoro di sensibilizzazione della campagna l’Italia sono anch’io promossa da Reggio: chi nasce in Italia dovrebbe avere il diritto di essere italiano”. La delegazione, accompagnata dal Direttore Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione Natale Forlani, ha consegnato al Presidente del Senato il Manifesto delle seconde generazioni. Mahta Woldezghi ha messo in luce le proposte volte a riconoscere e a valorizzare le competenze interculturali nell’ambito educativo: “Nella scuola si forma l’identità di un individuo ed é la cartina di tornasole di ciò che accadrà nel nostro Paese”.
Il Manifesto è stato elaborato da oltre trenta associazioni e organizzazioni impegnate sul dialogo interculturale che hanno aderito all’iniziativa Filo diretto con le seconde generazioni, lanciata con l’obiettivo di promuovere incontro e collaborazione tra Pubblica Amministrazione e giovani. Il Comune di Reggio Emilia, attraverso il centro interculturale Mondinsieme, ha partecipato a ogni sessione preparativa, intervendo il 20 novembre scorso a Roma alla presentazione ufficiale del Manifesto, alla presenza del ministro Poletti e degli ambasciatori dei paesi delle maggiori comunità straniere in Italia. Risultato di un processo partecipato, il documento non affronta solo il tema della scuola, ma altre numerose istanze, dal lavoro alla cultura, dalla cittadinanza attiva allo sport. Per ciascuno di questi ambiti, le associazioni hanno svolto un’analisi della situazione e hanno elaborato proposte concrete con un approccio costruttivo, anche attraverso l’uso dei social media e di una community virtuale. Visto come i cambiamenti demografici possono influenzare il senso di identità di un intero paese, Simohamed Kaabour dell’associazione Nuovi Profili di Genova ha aggiunto che “stiamo vivendo una seconda fase di unità nazionale, ma oggi dobbiamo fare un ulteriore passo per rilanciare la cultura italiana, l’italianità di cui noi ci sentiamo portatori”. Una maggiore diversità si può rilevare una risorsa anche in campo economico: “Valorizzare le nostri naturali soft skills può aiutare il tessuto imprenditoriale italiano nei processi di internazionalizzazione: noi siamo un naturale ponte tra culture e linguaggi” prosegue Ali Tanveer dell’associazione Next Generation Italy di Imola. “Mi piace vivere qui perché vengo riconosciuto: occorre lavorare affinché la diversità culturale sia un valore e non un ostacolo nelle relazioni sociali. Ecco cosa accade quando le istituzioni ci offrono spazi di partecipazione: grazie al Ministero del lavoro abbiamo potuto lavorare assieme per elaborare il Manifesto e ora siamo qui, possiamo con le nostre parole raccontare il nostro vissuto che diventa politica perché può prendere una voce collettiva e pubblica” hanno detto Elvira Ricotta Adamo dell’associazione Questa è Roma e Ming Chen dell’associazione Angi di Torino che hanno parlato della cultura, dello sport e della partecipazione attiva alla società italiana. L’incontro si è chiuso con un auspicio legato alla riforma della legge sulla cittadinanza: “Noi figli di immigrati ci siamo impegnati molto, da anni, per portare alle istituzioni le nostre richieste e la nostra visione del Paese, in cui ci riconosciamo ma che non ci riconosce pienamente – ha detto Mohamed Abdalla Tailmoun della rete G2 di Roma rivolto al presidente Grasso – Siamo felici di sapere che lei la pensa come noi da questo punto di vistaPer questo le chiediamo di sostenerci nelle richieste di modifica della legge sulla cittadinanza, una legge del 1992 che non rappresenta più il Paese”.
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