Chiuso nei mesi scorsi dopo un lungo ciclo di incontri, Sicuramente ha visto la partecipazione dell’associazione del Burkina Faso, della Costa d’Avorio, di quelle senegalese e nigeriana, della comunità ucraina e albanese, del Circolo culturale islamico di via Gioia e il Centro islamico di via Monari. Il progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, dal Ministero del Lavoro, dalla Regione Emilia-Romagna ed approvato dalla Provincia di Reggio Emilia, è stato curato dalla Fondazione Enaip, dall’Ausl e dall’Inail reggiana, con la consulenza di Mondinsieme. Le associazioni hanno avuto commenti positivi sulla proposta: “Abbiamo aderito a questo progetto per esigenza di maggiore informazione, a cui non si riesce ad arrivare anche per ostacoli dal punto di vista linguistico”. Infatti, spesso la barriera della lingua crea problemi nel ricevere informazioni nei momenti educativi previsti dalla legge. I dati infortunistici mostrano che gli stranieri risultano una categoria debole, “soprattutto per l’inserimento in prossimità dell’arrivo, nell’adattamento ai processi produttivi, nell’utilizzo di particolari macchine” ha spiegato Sandra Berselli dell’Inail. Da qui la decisione di costruire insieme Sicuramente. “L’educazione alla sicurezza sul lavoro è un percorso continuo – ha detto Lia Gallinari dell’Ausl di Reggio Emilia – che aiuta a capire diritti e i doveri”.
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