Per lavorare insieme sulle politiche relative al rapporto tra giovani di seconda generazione e le loro famiglie attraverso la promozione della scuola come luogo di integrazione sociale, il Comune di Reggio Emilia ha coinvolto le città di Arezzo, Torino, insieme al Centro Interculturale Mondinsieme, Reggio nel Mondo e la città di Lewisham, in Inghilterra. Questo lavoro di rete è sfociato in SAFE – School Approaches For Family Empowerment, finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi Terzi 2007-2013. L’iniziativa si rivolge inoltre al personale della Pubblica Amministrazione, ai mediatori interculturali, ai dirigenti scolastici e agli insegnanti delle scuole.
contesto
Nella città di Reggio Emilia, al 31 dicembre 2013 i residenti stranieri sono poco più di 31 mila, pari al 17% del totale della popolazione con un incremento significativo rispetto ai 28 mila dell’anno prima, aumento in gran parte dovuto alle nascite, di cui 560 i bimbi di origine straniera nati nel 2012. In città come in provincia, l’incidenza degli alunni stranieri sul totale degli studenti iscritti nelle scuole colloca il territorio in vetta alle classifiche con il 16,6% rispetto alla media nazionale, di appena il 7,5%, e a fronte del 13,5% di media regionale. Si tratta di tendenze trasversali alla società italiana, che cresce sempre più diversa. Per questo, è nata una rete di città interculturali alla quale SAFE ha fatto riferimento. Genitori, bambini e adolescenti, scuola, attori territoriali locali: sono questi i protagonisti delle pratiche e delle riflessioni condivise nell’arco di sette mesi (dicembre 2013 – giugno 2014), attraverso incontri, laboratori, focus group e questionari, altrettante occasioni per interrogarsi sui modi in cui il mondo delle politiche educative affronta il tema della genitorialità e della diversità.
obiettivi
SAFE attiva la condivisione di iniziative che partono dalle scuole e che hanno come riferimento gli spazi scolastici. In questo ambito sembra particolarmente fertile allargare lo sguardo oltre i confini della pedagogia e coinvolgere scienze e pratiche sociali affini. Sono stati individuati sei aree, considerate strategiche per capire e gestire meglio il rapporto scuola-famiglia: la genitorialità, lo studio a casa, la comunicazione, i processi decisionali, il volontariato, la relazione con la comunità.
- Coinvolgimento delle scuole nel processo di rafforzamento dell’integrazione delle famiglie straniere nelle società ospitanti, usando la scuola come luogo d’incontro interculturale quindi, con particolare attenzione ai giovani appartenenti alle seconde generazioni;
- Prevenzione delle tensioni tra immigrati e società ospitante;
- Valorizzazione del potenziale dei giovani di seconda generazione figli di migranti ( il 35% del totale della popolazione straniera presente nel nostro paese;
- Mantenimento dei legami con le comunità di origine;
- Promozione delle politiche locali in merito all’integrazione
- Incentivazione del dialogo tra le città coinvolte al fine di confrontare le diverse esperienze;
- Far crescere la consapevolezza che gli stranieri di seconda generazione rappresentano un importante capitale sociale per il futuro delle nostre città.
metodologia
Il progetto può contare su di un finanziamento complessivo di 134.600 euro, dei quali 67.000 a carico della Comunità europea e 33.800 a carico del Ministero dell’Interno italiano, e si impegna ad individuare i mezzi necessari per aiutare le famiglie nel inserimento sociale. Verrà realizzato in sette diversi momenti, uno dei quali avverrà a Reggio Emilia. La tappa conclusiva del progetto, invece, avrà luogo a Torino nel giugno 2014 e vedrà la partecipazione di un centinaio di funzionari comunali, docenti di scuole superiori, nonché famiglie e studenti.
- Attivare un confronto multilivello tra diversi territori al fine di individuare quali soggetti a fianco degli enti locali possono supportare azioni efficaci inclusive delle giovani generazioni e delle loro famiglie;
- Scambio e confronto per individuare premesse concettuali ed esperienze concrete di valore, esplicitandone i contenuti tecnico-scientifici, le modalità di attuazione, le precondizioni per l’implementazione delle politiche, favorendo virtuosi processi di imitazione e scambio;
- Attivazione di meccanismi di trasferibilità di competenze e conoscenze, attraverso la realizzazione di incontri, workshop e strumenti di networking;
- Confronto su quale supporto e orientamento sia necessario rivolgere alle famiglie in cui vi sono giovani di seconda generazione, guardando in particolare al ruolo della scuola quale agenzia dedicata alla formazione, alla conoscenza del territorio allo sviluppo di buone relazioni interpersonali tra pari, nel contribuire al un buon inserimento sociale di tali giovani;
- Utilizzare la scuola come strumento di inserimento sociale per i giovani stranieri di seconda generazione e offrire alle città partner l’opportunità di mettersi a confronto attraverso esperienze differenti;
- Definizione di criteri ed elementi di analisi e benchmarking capaci di valutare l’efficacia e la rilevanza delle diverse esperienze e modelli (sviluppatesi a volte in modo empirico), redigendo raccomandazioni e linee guide per il miglioramento delle politiche e dei servizi e per un’efficace progettazione degli interventi.
materiali
Il progetto SAFE intende incrementare il livello di conoscenza a livello nazionale ed europeo di esperienze e politiche legate al sostegno delle famiglie di origine straniera attraverso la scuola ed esperienze educative, facilitando anche il confronto tra enti locali italiani ed europei. Mondinsieme ha realizzato tre video documentari che raccontano il rapporto scuola-famiglia e la pratica del tutoraggio in lingua madre, che sviluppa proprio i punti cardine del progetto SAFE.
Tutor in lingua madre
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Scuola e famiglia: punti di vista
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La scuola vista dalle famiglie
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Il confronto fra esperienze rilevanti a livello europeo e nazionale è stato rafforzato attraverso l’adozione di criteri di analisi e benchmarking per la valutazione delle migliori prassi, con la costruzione di linee guida definite per lo sviluppo di politiche di sostegno alle famiglie attraverso la scuola. Qui di seguito puoi trovare il report finale in italiano e il capitolo dedicato al benchmarking in inglese.
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partner
Il progetto SAFE è cofinanziato dal Comune di Reggio Emilia e dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi dell'Unione (Unione Europea, Ministero dell'Interno del Governo Italiano), in collaborazione con il Comune di Torino, il Comune di Arezzo, la Fondazione Mondinsieme.