Paolo e Patrizia N."Ancora una volta ci troviamo in una situazione completamente diversa dalle cene precedenti. Vengono da noi Klodian e Benereta, con loro il figlio maggiore Remzi mentre, i due piccoli: Arban e Bea si sono addormentati e sono rimasti a casa con la nonna.
Klodian e Benereta ci raccontano del loro arrivo dall'Albania e di quello che hanno fatto qui. Una storia di successo. E ancora la nostalgia della terra natale e il sogno di poterci tornare un domani. Noi si racconta della venuta a Reggio Emilia e delle differenze tra centri piccoli e grandi città. Ci si perde poi nei racconti di cani, sia noi che loro ne abbiamo uno, e le storie sono tante. A fine cena i ragazzi si mettono a fare gli acrobati sedendosi in equilibrio su grosse fitball. Le foto di rito e i saluti concludono la serata. Grazie ancora a voi di Mondinsieme per queste preziose opportunità di incontro." |
Sara D.A."Giudizio estremamente positivo. Credo molto nella forza di questo progetto e fate bene a ripeterlo e a coinvolgere quanti più cittadini possibile.Io e il mio compagno abbiamo conosciuto Nesma, una donna forte e coraggiosa, e i suoi tre bambini. La serata si è svolta in allegria e piacevolezza, ed è stato bello confrontarsi e parlarsi.
Purtroppo come unica nota negativa ci siamo dimenticati di fare delle foto! Grazie per questa bella opportunità, l'occasione è quella di conoscere tanti mondi che ci sono a Reggio Emilia e di cui, per forza di cose, spesso non si è consapevoli." |
Klodian
"È stata davvero una cena bellissima e ospiti meravigliosi,
grazie mille per questa iniziativa. Abbiamo chiacchierato molto come se ci conoscessimo da chissà quanto." |
Stefania
"La cena è andata benissimo. Siamo stati accolti molto bene ed il tempo è volato tra i racconti delle vicende famigliari e nazionali. Siamo tornati a casa arricchiti da questa nuova amicizia e da tante notizie sull'Albania del passato e del presente che hanno affascinato anche i nostri figli. Siamo stati raggiunti anche da altri membri della comunità albanese di Reggio (il presidente, la segretaria...) che hanno contribuito a rendere la serata una vera esperienza di multiculturalità. Ci siamo promessi di rivederci presto, questa volta a casa nostra. Non poteva andare meglio, giusto? Grazie dell'opportunità dataci!
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Sara F."La cena è andata bene, siamo rimaste due orette, abbiamo cercato di parlare un po' della lingua italiana, della città di Reggio, dei viaggi che i ragazzi hanno affrontato per venire qui, del lavoro che si augurano di trovare in futuro. Abbiamo anche chiesto delle loro famiglie d'origine, del fatto che alcuni avevano fratelli, genitori e anche mogli e figli in Mali e Senegal, e di quali obiettivi si prefiggevano per ricomporre i loro affetti.
A volte è stato un po' complicato capirsi, studiano la nostra lingua da solo un anno, ma sono stati tutti gentili con noi." |
Matteo
"È stata un'esperienza molto bella, a cui pensiamo con gratitudine. Prima di arrivare eravamo un po' in apprensione, al pensiero di una cena tra sconosciuti, così apparentemente "distanti". Ma Samir e Olfa ci hanno aperto le porte di casa loro e ci hanno preparato un vero banchetto, ci siamo sentiti ospiti speciali, ed alla fine della serata erano più le cose che avevamo in comune che il resto, perfino un figlio con lo stesso nome :-) E' stato bello parlare con loro e confrontarsi un po' su tutto: dal cibo (buonissimo!), al nostro presente, al futuro dei nostri figli, la vita quotidiana...insomma ci siamo raccontati un po' a tutto tondo. Purtroppo non abbiamo fatto nemmeno una foto, abbiamo passato il tempo a chiacchierare e mangiare tutte le prelibatezze di Olfa, e non ci è proprio venuto in mente. Un vero peccato!"
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Francesca G."La cena è andata bene. La famiglia è stata accogliente, conoscere gli altri ospiti è stato molto arricchente... c'era da rimanere a bocca aperta: quanta vita dietro soli 19 anni.
Immagino si faccia già, se non con questa, con altre realtà. Ma credo che sia fondamentale che di queste vite resti traccia scritta, che si pensino a incontri nelle scuole perché purtroppo sono cose che si sanno e che si vedono in televisione, a volte ci si annoia quasi della monotonia e della frequenza con cui ci vengono presentate, ci si abitua e questo fa venire quasi "la pelle un po' più dura". Di certo non si può dire di non sapere. Ma sentirlo raccontare da loro, a fatica a causa della lingua, genera un'empatia che nessun altro può dare. E, in questo momento storico, penso sia particolarmente importante, visto che si fa tanto presto a dire "che tornino indietro" e ad abituarsi a quelle stragi o a quelle immagini. Sì, questo è quello che mi porto a casa. " |
Francesca E."È stata per tutti noi, grandi e piccoli, un' esperienza positiva. I padroni di casa sono persone piacevolissime, che ci hanno fatto sentire subito accolti e curati nel nostro ruolo di ospiti senza nessun eccessivo formalismo; intorno al tavolo ci siamo sentiti tutti "alla pari ", tutti grati di poter condividere ciò che ci veniva offerto, ma anche ciò che ciascuno portava di sé, della propria storia. La presenza delle ragazze nigeriane inserite nel progetto della Dimora di Abramo per quanto mi riguarda, pur essendo io sovente a contatto con realtà difficili e storie di vita complesse, è stata la più grande ricchezza e allo stesso tempo la sfida più grande, è li' che si è visto che non basta l' essere aperti alle altre culture per fare integrazione, ci vuole tempo, impegno, costanza da ambo i lati; ma alla fine ci si riesce a partire dalle piccole cose che fanno la cultura di un popolo e la quotidianità delle persone: parlando di ricette di cucina o lasciandosi fare le treccine (mia figlia ha potuto godere delle abilita' di una delle ragazze in tal senso). Siamo molto contenti di aver partecipato a quest' iniziativa e confrontandoci ci siamo ritrovati tutti desiderosi di proporci per "contraccambiare", quindi Chiara ci offriamo, nei tempi e nei modi che otterrete più opportuni e lasciando spazio ai "nuovi ", per diventare famiglia ospitante.
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Gianluca G."Sabato sera siamo entrati a casa dei Walker-Azzali, una famiglia tra l'Italia e la Scozia, con due figli che dal 2004 sono a loro volta emigrati a Parigi e Singapore. Un menù emiliano, accompagna parole e pensieri del mondo, che toccano le storie personali e collettive della nostra comunità.
Una serata che ha il sapore di normalità, quando i due coniugi ci fanno firmare un libro dei visitatori, che sono le persone che loro hanno accolto a cena da quando vivono insieme. A prescindere dal lavoro che faccio, è un'esperienza di incontro e scambio che consiglio a tutti gli amici." |
Sara D.A."Ieri sono stata a cena in Burkina Faso. In realtà è stato sufficiente iscrivermi al programma Indovina Chi Viene a Cena...? dell'associazione Mondinsieme. Loro si sono occupati di abbinare me e Alessandro alla famiglia. Siamo arrivati a Villa Sesso, accolti da sorrisi e gentilezza. Non conosco la cucina di quelle zone, ero perplessa; e invece ho gustato della carne con riso e una speciale polenta davvero buonissimi. I padroni di casa ci hanno raccontato a grandi linee della loro vita, come si fa tra buoni conoscenti, e abbiamo subito guardato Reggio Emilia con occhi diversi.
Sono rimasta colpita del garbo delle loro bambine, di quanto aiutassero la mamma senza continui borbottii. Sono lieta di avere conosciuto persone che hanno aperto la loro casa a due perfetti sconosciuti come noi per raccontarsi e stabilire un contatto. In poche ore, ci hanno dato molta umanità, e quella speciale leggerezza che solo chi ha superato molte prove sa comunicare agli altri. Perché non c'è comunanza maggiore del condividere il desco insieme a qualcuno." |